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storie di adozione

Storie di Adozione: viaggio nel Cuore del Cile

Storie di Adozione: viaggio nel Cuore del Cile

storie di adozione

Storie di Adozione: oggi ci immergiamo nelle straordinarie storie di adozione che toccano il cuore e ispirano speranza. 

In questa intervista esclusiva, l’Associazione Ariete ci porta nel cuore di una toccante adozione dal Cile, in cui Luca e Rosaria Adele hanno aperto le porte del loro amore per accogliere Juliana, una bambina di 10 anni.

Le storie di adozione rappresentano un percorso che cambia la vita, tanto per i genitori che si accingono ad amare e crescere un figlio, quanto per il bambino che trova una nuova casa, una nuova famiglia e, soprattutto, un nuovo futuro. La storia di Luca e Rosaria Adele è un esempio straordinario di come l’amore e la determinazione possano superare le barriere geografiche e culturali, creando un legame unico che supera tali barriere.

Attraverso l’intervista esploreremo i dettagli di questo viaggio emozionante. Scoprendo le sfide, le gioie e le riflessioni che Luca e Rosaria Adele hanno affrontato durante l’iter adottivo. Dalle prime speranze fino al momento magico in cui hanno abbracciato la loro figlia per la prima volta, questa storia si dipana come un meraviglioso racconto di amore, dedizione e coraggio.

Ma questa non è solo la storia di Luca e Rosaria Adele. È anche un’occasione per scoprire come l’Associazione Ariete supporta le famiglie in questo cammino, fornendo supporto emotivo, consigli pratici e una rete di sostegno inestimabile.

Scopriamo insieme come le storie di adozione possano cambiare vite, creare legami indelebili e illuminare il cammino di coloro che si avventurano in questo viaggio speciale.

Ciao Luca, per questa storia di adozione, le va di raccontarci com’è nata in voi la volontà di adottare? 

Sono vari gli elementi che ci hanno portato a voler adottare. Io e Rosaria ne abbiamo sempre parlato. So che può sembrare una frase fatta, ma è la verità. Non perché non potessimo avere figli, ma perché è sempre stata una scelta, per l’appunto, pensata. E col passare del tempo, e con l’età, abbiamo deciso di intraprendere questa strada. Questo anche per un’esperienza pregressa. Mio fratello, prima di me, aveva intrapreso questo stesso percorso, che purtroppo non ha potuto portare a termine visto il suo prematuro decesso.

Mi dispiace. Deve essere stato difficile per voi

Sì. Arrivare alla fine di questo percorso… è stato un po’ come concluderlo anche per lui, che non ha potuto, e per mia cognata, che oggi è zia.

Le va di raccontarci la vostra storia di adozione?

Inizialmente avevamo dato la disponibilità per due bambini, ma si siamo poi ritrovati nel pieno del covid con tutte le problematiche annesse. A un certo punto, la psicologa dell’Associazione Ariete ci ha comunicato di un’eventuale possibilità per candidarci per una bambina più grande, rispetto appunto alla nostra candidatura per due bambini sotto una certa soglia d’età. 

Noi non ci abbiamo pensato neanche per un secondo. Non era un problema d’età, e abbiamo dato la nostra disponibilità ad adottare. . 

Abbiamo poi potuto vedere prima una vecchia foto di nostra figlia e successivamente un video, ed è stata una rivelazione. Era bellissima, una bambina meravigliosa. Sembrava così piccola, ed era un po’ nervosa, ma quello che ci colpì è che dire che ha sempre desiderato una famiglia, usando in spagnolo il verbo “apoyo”, che vuol dire “supporto”. 

Era consapevole che trovare una famiglia, per lei, significasse soprattutto qualcuno che potesse supportarla, che potesse portarla avanti. 

Al primo incontro ci siamo poi resi conto di quanto fosse una bambina sveglia, determinata, consapevole del suo passato e del suo futuro.

Cos’ha provato durante questo primo incontro?

Fu particolare. Io ero di spalle e la bambina ci venne incontro. Ci abbassammo per abbracciarla e lei ci guardava e ci toccava in viso, come a dire “è tutto vero?”. Un’emozione indescrivibile. 

Passato qualche giorno, e dopo vari incontri, le è stato chiesto se voleva stare con noi. Lei ha detto subito di sì e, dopo un paio di mesi di procedure complesse, siamo tornati a casa. 

Ci sono state delle difficoltà durante e dopo l’adozione?

Sì, in ogni fase ci sono delle difficoltà. All’inizio c’è bisogno di tanta tenacia, supportata da una reale volontà di adottare. Entrambi i genitori, insieme, devono essere convinti al 100%. La burocrazia è tanta e i tempi a volte sono lunghi e spesso ci si arrende, e questo è un male soprattutto per i bambini. 

Nel durante, oltre alla burocrazia, ci sono le specifiche problematiche legate a mia figlia, che vanno capite e gestite. È normale e i momenti in cui ci si avvilisce capitano a tutte le coppie. In questo, io e mia moglie ci siamo alternati, supportandoci a vicenda. 

Sono cose che forse si sanno ma che si capiscono davvero solo quando le vivi. Voglio essere sincero: si fanno brutti pensieri, ma fa parte del processo, siamo pur sempre esseri umani. I bambini adottati non sanno realmente cosa significa avere una famiglia, com’è vivere in un ambiente nuovo e non hanno la certezza di cosa li attenderà in futuro.

Questa situazione, almeno per noi, è durata fino al ritorno. C’è stato un cambiamento incredibile appena arrivati in aeroporto. Nel suo viso è cambiata proprio l’espressione: era più rilassata, perché aveva capito che saremo stati davvero la sua famiglia da quel momento in poi. 

L’Associazione Ariete vi è stata di supporto in queste fasi?

Assolutamente. Dall’inizio con tutta la parte documentale e il resto, ci hanno accompagnato per mano totalmente. Una volta in Cile siamo stati sempre in contatto con la psicologa e la dott.ssa Torre (presidente dell’Associazione, n.d.r.), oltre che con la referente in loco. Ci sono stati tutti di grande aiuto. 

Quando ci vedevano un po’ provati ci facevano distrarre. Erano sempre attenti alle situazioni, agli stati d’animo, ma sempre con rispetto. Sapevamo che, in ogni momento, potevamo contare su di loro. 

Ci è stato offerto anche aiuto durante la fase di post-adozione. Ma avendo avuto pochi problemi su questo fronte non ne abbiamo avuto bisogno. 

Le va di dirci i lati positivi che avete vissuto grazie all’adozione?

Ce ne sarebbero così tanti da raccontare. E superano tutti di gran lunga quelli negativi che ho raccontato all’inizio. Quando qualcuno ci dice “avete fatto una grande cosa, vi ammiriamo”, noi rispondiamo sempre che noi non abbiamo fatto nulla: è mia figlia che si è donata a noi. Nostra figlia è stato il dono più grande che potessimo ricevere. Sentirsi dire “vi voglio bene”… sentirmi dire “papà, ti amo!”, sono emozioni non quantificabili. 

C’è qualcosa che vorrebbe dire ai genitori che sono in procinto di adottare?

Poche cose mi sento di consigliare. In primis, quando ci si avvicina all’adozione, bisogna sempre esserne convinti in due. Se non si è pienamente convinti insieme nn ce la si fa. È un desiderio che deve nascere e continuare nella copia. Anche perché i bambini avvertono se non c’è amore nella coppia. 

Se c’è una reale volontà di voler adottare, non avvilitevi mai. O almeno, mai fino a mollare. Tutti noi genitori ci passiamo ma ciò che si riceve è grande e inestimabile. 

In particolare per il Cile: consiglio di praticare un po’ la lingua. Per noi arrivare lì con una buona conoscenza della lingua è stato di grande aiuto. Riuscire a parlare e ad aiutarla quando piangeva, insomma esserle di supporto, è stato fondamentale. Ci ha aiutati anche a farla aprire, facendola sentire sicura. 

In ultimo: col tempo i bambini tirano fuori le problematiche che si portano dietro, ma anche questo è normale, perché portano con sè delle ferite. Si risolvono e gran parte del lavoro lo fanno i bambini. 

Ci tengo a dire che ci sono tantissimi bambini, anche più grandi, che hanno bisogno di essere adottati. E sono tutti così carichi di dolcezza… ecco cosa voglio dire ai genitori: non fatevi fermare dall’età. Spesso, solo perché i bambini hanno 8 anni anziché sette come riportato dalla disponibilità ad adottare, questi rimangono fuori dai circuiti delle procedure. Siate aperti e non fatevi frenare dall’età, perché è l’ultima cosa che conta quando si tratta di dare un nuovo futuro ai bambini. 

 

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